Druso, Livio

Druso, Livio (91 a.C.)

Marco Livio (—), figlio di un avversario di Caio Gracco [vedi], arrivò al tribunato nel 91 a.C.
In linea con l’azione riformatrice dei due tribuni Tiberio e Caio Gracco, non fu sfavorevole all’alleanza col Senato.
Il suo programma si concretizzò:
— una lex Livia nummaria volta a ridurre l’inflazione e colpire gli speculatori finanziari;
— una lex Livia frumentaria volta a ridurre il prezzo del grano distribuito nelle frumentationes [vedi];
— una lex Livia iudiciaria era parte di un accordo di ampio respiro che, da una parte, prevedeva la rinuncia da parte dei cavalieri a quei posti di giudici loro riconosciuti dalla legge giudiziaria fatta approvare da Caio Gracco; dall’altra, stabiliva che i cavalieri, in numero di 300, sarebbero entrati a far parte del Senato;
— una lex Livia agraria, per ridurre le colonie in Sicilia, e distribuire l’àger publicus [vedi] in Campania, Etruria ed Umbria.
(—) intendeva soddisfare con un compromesso le esigenze della nobilitas e dei cavalieri e voleva nello stesso tempo allargare le basi dello stato romano, attraverso riconoscimeti ai ceti meno abbienti e soprattutto agli alleati italici.
All’approvazione delle leggi, seguì la proposta della cittadinanza agli Italici, antichi alleati di Roma. La questione già dibattuta un tempo da Caio Gracco, fu respinta, mentre (—) finiva ugualmente ucciso dai suoi avversari.